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Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo (assegno di ricerca)

Responsabile: Matteo Al Kalak

Partecipanti: Laura Turchi, Maria Chiara Rioli, Elena Fumagalli, Isabella Ferron

Collaborazione esterna: Technische Universität Dresden – Institut für Romanistik.

2023-

Il progetto intende promuovere l’analisi dell’opera e dei carteggi di L. A. Muratori, attraverso la medialibrary Lodovico promossa dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Personalità di rilievo europeo, L.A. Muratori è considerato uno degli intellettuali che più contribuirono al rinnovamento della cultura italiana attraverso una profonda innovazione del metodo storico e una riscoperta del Medioevo. Il progetto si prefigge di sviluppare un’opera di valorizzazione e approfondimento scientifico sui seguenti punti:

  • Arricchimento della metadatazione esistente dell’Archivio Muratoriano, in vista di una maggiore fruibilità della documentazione per la ricerca (ad es. indicazione delle consistenze dei fascicoli contenenti i singoli carteggi; datazione topica e cronica delle lettere; eventuali elementi descrittivi funzionali a progettualità specifiche condotte su porzioni del carteggio muratoriano, ecc.)
  • Realizzazione di tool di navigazione e fruizione dell’archivio muratoriano quali, a titolo esemplificativo, mappe interattive, visualizzazioni di reti funzionali a una network analysis, timelines, ecc.
  • Prime eventuali sperimentazioni di analisi del testo/analisi linguistiche di carteggi e/o opere muratoriane, in chiave storico e storico-linguistica (in particolare con riferimento alle traduzioni delle opere muratoriane).
  • Pubblicazioni e iniziative di valorizzazione e disseminazione dei risultati.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo (assegno di ricerca)

Responsabile: Lorenzo Bertucelli

2023-

La svolta digitale dell’inizio del XXI secolo ha posto la necessità di una riflessione sulla metodologia per l’interpretazione delle fonti storiche. La dematerializzazione comporta un processo re-ontologizzante delle fonti che, a prescindere dal loro formato (audio, video, testo, immagini), divengono tutte composte da bit. Questo apre interessanti prospettive di ricerca e pone davanti a problemi completante nuovi. Per accedere ai documenti è necessario che questi nella loro forma digitale siano corredati da metadata sia amministrativi sia descrittivi, per poter ordinare, ricercare e verificare l’attendibilità di una fonte digitale. I ricercatori devono inevitabilmente confrontarsi con la ricerca, l’analisi e la critica di fonti digitali. È presumibile che il set di fonti prodotte sia ibrido, dunque composto da una parte di documentazione materica e una parte di documentazione digitale, e dopo gli anni dieci del duemila è molto probabile che le fonti materiche siano quasi completamente scomparse. In particolare, per indagare un soggetto politico (in relazione anche al contesto sociale e culturale) è necessario studiare la sua interfaccia pubblica, anzitutto il sito web e altro “prodotti” digitali, usando, ad esempio, strumenti come Way Back Machine-Internet archive, e lavorare sui dati raccolti da un software che raccogliere dati da internet, rilevando tutto il contenuto dal sito, tutti i collegamenti interni ed esterni, memorizzati in un database. Per le fonti prodotte tramite i social network è necessario lavorare su un piano anche quantitativo utilizzando software come LancsBox, capaci di analizzare grandi corpus di dati attraverso un’analisi linguistico computazionale. Si tratta inoltre di considerare il livello di multimedialità del set di fonti, la digitalizzazione e i processi di omologazione ontologica delle fonti, che hanno reso molto più semplice produrre e condividere fonti audiovisive (ad es. YouTube). Obiettivo della ricerca è una riflessione metodologica di ampio spettro su questi temi e l’individuazione di un caso di studio: un’indagine su uno dei due grandi partiti italiani nati durante l’era digitale, il Partito Democratico, e l’evoluzione della sua cultura politica.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo (assegno di ricerca)

Responsabile: Marina Bondi

Partecipanti: Franca Poppi, Giuliana Diani. Judith Turnbull, Donatella Malavasi. Jessica Jane Nocella (Assegnista), Federico Zaupa (Dottorando), Marisophia Falcone(Dottoranda), Ilaria Iori (Dottoranda), Noemi Grasso (Dottoranda)

2023-

In un contesto socioeconomico e sanitario di sempre maggiore incertezza, trasparenza e chiarezza diventano due pilastri fondamentali della comunicazione di impresa. In seguito alla pandemia e ai disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, il settore dei trasporti ha subito forti limitazioni costringendo compagnie ferroviarie, aeree, crocieristiche e di autolinee a sviluppare strategie comunicative capaci di rassicurare i viaggiatori.  Dopo aver analizzato la ri-costruzione della fiducia nel contesto post-pandemico (FAR, 2021), il progetto intende continuare a esaminare tre aspetti della comunicazione trasparente nel settore trasporti: l’accessibilità delle informazioni; la comunicazione di eventi futuri; gli obiettivi aziendali in materia di Responsabilità Sociale d'Impresa (RSI).  La ricerca si sviluppa su un caso studio riguardante la comunicazione delle compagnie ferroviarie. Si analizzeranno le espressioni linguistiche legate alla comunicazione e alle previsioni e  obiettivi futuri nei vari tipi di bilancio, prendendo in considerazione fattori quali intenzione, incertezza, realtà. I due corpora micro-diacronici (2018-2021) creati per il progetto FAR 2021 verranno ampliati e aggiornati, includendo i bilanci del 2022 e del 2023 relativi alla comunicazione in materia di RSI di compagnie ferroviarie di diversi paesi europei e non europei. Ciascun corpus comprenderà i bilanci (integrati e/o sociali) pubblicati negli anni 2018-2023 e l’attuale sezione RSI presente sui siti web delle compagnie ferroviarie. Un ulteriore obiettivo del progetto consisterà nell’annotazione del corpus sulla base di diverse categorie di futuro e (in)certezza, identificate in seguito ad uno studio preliminare. La composizione diacronica del corpus permetterà di analizzare i cambiamenti retorici e linguistici che hanno caratterizzato la comunicazione RSI in relazione alla presentazione di previsioni future e obiettivi aziendali. La modularità dei corpora consentirà anche un’analisi comparativa di diversi contesti socioculturali e di diverse forme della comunicazione sul web.  Attraverso un'analisi linguistica dei generi, i bilanci e le sezioni RSI dei siti web saranno esplorati a livello testuale, retorico, lessicale e fraseologico. Il confronto tra le forme della comunicazione digitale dei siti web delle diverse compagnie ferroviarie permetterà di analizzare l’utilizzo dell’inglese come lingua di divulgazione di fattori di (in)certezza futura in momenti di crisi internazionale in Paesi anglofoni e non anglofoni. Il confronto tra i vari media consentirà di studiare le strategie adottate dalle compagnie nelle diverse forme della comunicazione, con gli strumenti verbali più adatti ai rispettivi interlocutori. La considerazione micro-diacronica metterà in luce i cambiamenti più significativi nei bilanci 2022 e 2023. I risultati di questo studio consentiranno sia di identificare nuove tendenze comunicative, culturali e linguistiche legate all’identità aziendale e ai marcatori di futuro, sia di sviluppare linee guida efficaci per gli stakeholder e gli operatori del settore del trasporto ferroviario.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo (assegno di ricerca)

Responsabile: Elisa Rossi

Partecipante: Piera Margutti

2023-

La letteratura sulla comunicazione medico-paziente ha da tempo descritto e promosso l’interazione centrata sul paziente e i suoi bisogni di cura. Gli studi qualitativi condotti su audio/video-registrazioni di visite mediche e le indagini di carattere quantitativo basate su questionari e interviste mostrano come l’espressione dei bisogni del paziente e la loro presa in carico da parte del medico favoriscano la comprensione e l’accettazione della terapia, migliorando l’esperienza di cura e la qualità di vita del paziente. Tuttavia, i bisogni inespressi del paziente costituiscono ancora un aspetto poco conosciuto della comunicazione medica, soprattutto nel contesto oncologico. Le condizioni che caratterizzano la malattia oncologica  rendono infatti particolarmente complessa la comunicazione; a  fronte della quale i/le pazienti oncologici/che tendono spesso a non esprimere i propri bisogni, relativamente alla scelta e accettazione della cura, alla gestione degli stati d’ansia legati all’incertezza dell’esito delle cure, alle conseguenze della malattia e delle terapie sul proprio stile di vita e relazioni sociali. I bisogni inespressi dei/lle pazienti in oncologia sono stati indagati attraverso strumenti che sollecitano giudizi e valutazioni come interviste e questionari, mentre non sono disponibili indagini basate su narrazioni ed argomentazioni estese, espresse in contesti di interazione. Il progetto di ricerca, in continuità con il precedente progetto Far Mission Oriented “C.On-2020”, adotta un approccio osservativo di tipo etnografico, anche in una prospettiva di genere, per indagare i bisogni inespressi dei/lle pazienti oncologici/che, identificando le forme di comunicazione e le pratiche interattive che facilitano l’espressione delle narrazioni. Oggetto di indagine è l’interazione che si sviluppa all’interno dei gruppi di auto-aiuto attivi nei reparti di oncologia in unità ospedaliere dell’Emilia-Romagna. A partire dalle video-registrazioni delle interazioni spontanee in tali gruppi e attraverso lo strumento dell’analisi della conversazione, il progetto intende indagare i racconti dei partecipanti (pazienti, ex-pazienti, caregivers, infermieri, medici e psico-oncologi) per individuare il loro punto di vista sulla comunicazione durante le visite mediche e il percorso di cura, i temi ricorrenti, i bisogni e le preoccupazioni legati alla malattia e alla cura. Le riprese video degli incontri dei gruppi di supporto consentiranno anche di identificare le forme discorsive finalizzate all’espressione dell’accordo, del supporto, dell’empatia, dell’inclusione e delle azioni sociali ad essi collegate o contrapposte. L’analisi delle interazioni e delle pratiche discorsive che favoriscono l’espressione dei vissuti dei pazienti e la comunicazione empatica consentirà l’elaborazione di linee-guida, materiali per la formazione e incontri di restituzione rivolti al personale medico (medici, infermieri e psico-oncologi).

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Daniela Capra

2023-

Venezia fu una delle protagoniste dell’avventura editoriale fin dalle origini della stampa, nella seconda metà del Quattrocento. Anche l’interesse per i testi in lingua spagnola o da questa lingua tradotti fu precoce: la Carcer d’amore venne pubblicata, in traduzione italiana, nel 1514 e ristampata sei volte entro la metà del secolo, e la Tragicomedia de Calisto e Melibea godette di un successo analogo negli stessi anni. Nel vasto campo di indagine sui libri spagnoli stampati a Venezia tra il Cinquecento e il Seicento, il progetto di ricerca mira a studiare come si orientarono le scelte di importanti editori e chi furono i protagonisti della produzione libraria. L’editoria nel XVI secolo dipendeva in buona parte dal patronato politico, oltre che dal mecenatismo con propositi più liberali. A partire dalla Controriforma, si osserva un cambiamento nel tipo di testi e di autori proposti al pubblico. Dopo una fase iniziale in cui predomina la traduzione in italiano di opere narrative spagnole di grande successo in Spagna, verso la metà del Cinquecento si assiste al moltiplicarsi dei generi testuali dei libri stampati. Uno dei maggiori editori di opere spagnole, Giolito, si avvale della collaborazione di Alfonso de Ulloa, che descrive la sua attività come un servizio alla nazione spagnola. Sarò indagato il suo ruolo di mediatore culturale: si prevede lo studio testuale di opere di cui curò l’edizione o la traduzione spagnola, ma anche di opere di natura lessicografica da lui redatte. Si prevedono edizioni di queste opere.  Si indagherà anche la produzione a stampa di altri testi scritti in spagnolo e la traduzione di opere sia dallo spagnolo verso l’italiano, sia viceversa, che presentino interesse nella prospettiva della loro funzione di mediazione culturale. Le opere saranno esaminate in relazione al contesto che le ha prodotte, alle ragioni che portarono alla pubblicazione, alla loro fortuna e all’impatto causato. Di grande interesse sarà la fortuna editoriale di Alonso de Villegas, il cui santorale è pubblicato in lingua spagnola nel 1588 presso Valgrisi a Venezia e negli anni successivi viene riproposto in diverse traduzioni condotte da traduttori diversi, pubblicate numerosissime volte e tuttavia non ancora ben studiate dalla critica.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo (contratto di ricerca)

Responsabile: Michele Lodone

Partecipante: Filomena Viviana Tagliaferri

Collaborazioni esterne: Lorenzo Geri (Università La Sapienza, Roma) e Antonio Montefusco (Università Ca’ Foscari, Venezia).

2023-

Nel 1466, a Roma, si aprì un vivace dibattito sul ruolo della povertà cristiana, cui parteciparono importanti umanisti e uomini di curia vicini al papa Paolo II. A provocare il dibattito era stato uno spettacolare processo contro l'ultimo gruppo di “fraticelli” eretici, fautori di una concezione radicale della povertà francescana. I testi prodotti dal dibattito devono ancora essere studiati. Questo è l'obiettivo generale del progetto, che unisce in una prospettiva nuova tre tradizioni di ricerca finora non comunicanti tra loro: il papato del Rinascimento, gli ideali medievali di povertà cristiana e le teorie umanistiche della magnificenza. Il primo obiettivo della ricerca è comprendere l'importanza duratura dell'ideologia religiosa della povertà, e in particolare la continuità e le rotture tra le discussioni del 1466 e quelle del XIV secolo. Il secondo obiettivo è comprendere le critiche all’ostentazione della ricchezza di Paolo II confrontando il suo modo di esercitare il potere con quello dei suoi predecessori e successori. Dopo la fine dello Scisma d’Occidente (1378-1417), il Papato aveva bisogno di un rinnovato sostegno ideologico: è in questo contesto politico ed ecclesiologico che si comprendono le teorie volte a promuovere la magnificenza di Roma come centro del mondo cristiano. Il terzo obiettivo del progetto è indagare in un quadro comparativo l’impatto della cultura umanistica nel discorso su ricchezza e povertà rispondendo a una serie di interrogativi che non hanno ricevuto una risposta adeguata: quali strategie furono utilizzate per valorizzare la dimensione laica o religiosa della magnificenza? Quali di esse furono applicate ai o dai pontefici? Come si conciliavano con i valori della povertà cristiana? La storiografia sulla povertà ha da tempo sottolineato la comparsa di un nuovo atteggiamento più severo nei confronti dei poveri, a partire dall'inizio dell'età moderna. Ma quando è avvenuto questo cambiamento? Come ha influito sulle donazioni religiose e sulla loro destinazione? A partire dal XIII secolo, le critiche agli Ordini Mendicanti e alla loro pratica di povertà volontaria si unirono alle accuse di inattività sociale: qual era, a questo proposito, il rapporto tra considerazioni religiose e sociali?

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Alessandra Gribaldo

2023-

Il progetto promuove l’avviamento di una linea di ricerca che riguarda la riflessione di marca antropologica sugli home movies che abbia la capacità di interloquire con le discipline sociologiche e storiche e con gli studi sulla visualità. I film di famiglia possono essere letti come forme di autoetnografia e re-iscrizioni del sé sociale, che attraversano i confini tra generi. La famiglia e l’intimità sono oggetti ben noti all’antropologia, tuttavia il documento visivo, col suo portato di memoria e traccia del tempo storico, si rivela un campo originale. Si intende dunque avviare un lavoro su significati, funzioni e utilizzi del materiale audiovisivo filmato in epoca predigitale in contesto non professionale e familiare, a partire dalla sua archiviazione/digitalizzazione. Attraverso la collaborazione con l’archivio Home Movies, che svolge attività di ricerca e raccolta dei materiali filmici di famiglia ed amatoriali su tutto il territorio nazionale, si valorizzeranno le competenze già maturate e le strutture già esistenti in Dipartimento come il LAMA. In particolare, si considereranno formati 8, super 8 e VHS digitalizzati del periodo anni ‘50-’90: una prima sistematizzazione dei fondi di famiglia che riguardano Modena e Reggio Emilia, permetterà di investigare le logiche visuali adottate nell’esposizione del quotidiano, dell'intimità e dei rapporti di parentela. Si valorizzeranno i saperi socio-antropologici e sull’audiovisivo presenti in Dipartimento, cercando di aprire nuove collaborazioni interdisciplinari a livello nazionale e internazionale.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Francesca Lorandini

Partecipanti: Angela Albanese, Franco Nasi

2023-

Autore, testo e lettore sono tre elementi sempre in gioco nella creazione e nella fruizione di ogni opera artistica, ma nel campo culturale contemporaneo l’autore ha assunto una centralità e una visibilità senza precedenti, tanto che è diventato oggetto di studio di ambiti disciplinari diversi, come la sociologia della letteratura e delle arti, la storia dell’editoria, la teoria e la critica letteraria, i Translation Studies, gli Adaptation Studies, la storia del diritto e del marketing, la comunicazione e il management (si veda Marie-Ève Thérenty, Adeline Wrona, L’Écrivain comme marque, Sorbonne Université Presses, 2020). Riflettere sull’autorialità oggi significa anche, inevitabilmente, prendere in considerazione e approfondire alcune nuove variabili che determinano la sua ridefinizione epistemologica: le logiche del mercato e dell’industria dello spettacolo, i meccanismi di consacrazione dell’autore da parte delle istituzioni accademiche e culturali, i rapporti con le nuove tecnologie. Ma significa anche avanzare l’ipotesi che le condizioni materiali e umane della vita letteraria e artistica influiscano sull’evoluzione delle pratiche estetiche, modificando sia la produzione che la ricezione del fatto artistico. Esporsi, nascondersi, isolarsi o differenziarsi: le nuove strategie di affermazione degli autori e delle autrici possono diventare oggi, anche, veri e propri manifesti di poetica. Rispetto a queste linee di riflessione, si intendono indagare le diverse declinazioni dell’autorialità nell’ambito letterario, teatrale e artistico, e le modalità attraverso le quali si va delineando una nuova concezione dell’autore. Si indagherà perciò il concetto di identità autoriale in relazione ai seguenti ambiti: 1) Autorialità e traduzione: autorialità e traduzione letteraria e teatrale, autorialità e ritraduzione, etica della traduzione e riflessioni sul genere, traduzioni collaborative; 2) Narrazioni e rappresentazioni intermediali dell’autorialità: autorialità e autobiografie, biografie e patografie; 3) Autorialità e strategie editoriali: posture autoriali, poetiche dei gruppi (movimenti, scuole) e delle riviste letterarie.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Vallori Rasini

Partecipanti: Giacomo Scarpelli, Adil Bellafqih (Dottorando), Gianni De Nittis (Dottorando),  Alessandro Mecarocci (Dottorando)

Collaborazioni esterne: Fiorenza Toccafondi (Università di Firenze), Micaela Latini (Università di Ferrara), Agostino Cera (Università di Ferrara)

2023-

Il progetto, pur con una direzione teoretica autonoma, si ricollega sia ai progetti Far 2021 Mission Oriented La biblioteca della vita e Far 2021 di Dipartimento Le ipotesi evoluzionistiche tra fraintendimenti e intuizioni – che investigavano le teorizzazioni dell’evoluzione specificamente biologica dell’animale e dell’essere umano; sia al Far 2017 di Dipartimento Psiche techne e physis, che invece si concentrava sulla vocazione alla tecnica dell’essere umano; per agganciarsi più direttamente al Far di Dipartimento 2018 Azione e creatività umana. Si affrontano le questioni legate allo sviluppo tecnologico contemporaneo. Per un verso, le tecnologie e le nuove forme di organizzazione socio-esistenziale arricchiscono gradualmente la vita e la storia dell’essere umano, al punto che ogni suo progresso in termini di miglioramento culturale sembra inseparabile dall’apporto della tecnica; per altro verso, tuttavia, i processi innescati dalle nuove tecnologie tendono a modificare pesantemente o a sostituire sue precise disposizioni e competenze “naturali”. Considerato come organismo biologico, l’essere umano appare sempre più come  una sorta di “ente residuale”, mentre, l’intera natura si rivela afflitta dalla difficoltà di conservare o modificare in maniera “sostenibile” i propri equilibri. L’imponente sviluppo tecnologico si aggancia all’idea che l’autentica natura dell’essere umano sia quella di costruttore e creatore e che pertanto sia autorizzato a effettuare interventi devastanti sulla realtà che lo circonda e su se stesso. La mitologia, la narrativa, la filosofia, ma anche l’economia, il diritto e la politica, offrono abbondanti esempi di questa convinzione. Persino la recente chiamata alle armi della “sostenibilità” potrebbe servire a garantire ulteriori processi di “crescita”, attraverso canali diversi ma non meno invasivi e deturpanti. Eppure, si impone con sempre maggiore chiarezza l’emergere di una netta discrepanza tra l’origine biologica dell’essere umano e la potenza della dimensione tecnologica da lui generata; e risalta lo squilibrio sussistente tra le scarse possibilità bioevolutive e quelle dell’evoluzione tecnologica. Il progetto “Evoluzione tecnologica e sostenibilità morale” prende avvio da simili evidenze e dalle conflittualità che ne derivano, per condurre sia una analisi storico-filosofica e storico-letteraria del quadro socioculturale, con fuoco sul significato della tecnica e sul suo rapporto con la natura umana, sia una indagine sui rivolti morali che la condizione attuale comporta.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Vincenzo Pacillo

Collaborazioni esterne: Fabio Franceschi (Università La Sapienza, Roma), Maria Chiara Ruscazio (Università di Torino), Piotr Stanisz (Università Cattolica di Lublino, PL) Paolo Vargiu (University of Leicester, UK)

2023-

Il progetto si struttura in tre parti. La prima parte ha l’obiettivo di approfondire la tradizione costituzionale europea relativa al principio di laicità, anche in prospettiva storica, e la relazione che sussiste tra laicità e rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. L’art. 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE tutela la libertà religiosa in modo non difforme da quanto stabilito dall’art. 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. L’art. 10 della Carta pare vincolare ciascuno Stato membro a rigettare ogni forma di confessionismo esclusivo ed escludente. La posizione degli Stati membri nei confronti delle diverse religioni presenti sul territorio pare compatibile con il disposto dell’art. 10 della Carta solo allorché questi producano una legislazione ecclesiastica che li renda non difensori della verità di una fede, ma organizzatori neutrali ed imparziali dell’esercizio delle diverse religioni e delle diverse credenze. Tale imparzialità confessionale  impegna i pubblici poteri ad osservare una posizione di equidistanza e imparzialità rispetto a tutte le credenze di religione.  Ciò da un lato inibisce allo Stato la possibilità di esprimere giudizi di meritevolezza o di biasimo nei confronti dei principi professati da una confessione, ma comporta altresì il dovere, per gli organi ed i funzionari pubblici, di tutelare in maniera piena le minoranze confessionali e di promuove l’esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali in condizioni di uguaglianza. La seconda parte si concentrerà maggiormente sul profilo comparatistico, analizzando la declinazione del principio di laicità nella legislazione e nella giurisprudenza di alcuni Stati membri dell’UE, in particolare Francia (Europa centro-occidentale) Ungheria e Polonia (Europa centro-orientale), sullo sviluppo storico di tale principio e sulle ricadute che l’interpretazione nazionale di questo può avere sull’idea di laicità. La terza parte vuole riflettere sulla relazione tra libertà religiosa individuale, laicità e libertà di impresa nel rapporto di lavoro subordinato, ed in particolare sulla possibilità di nuove politiche del lavoro che permettano un bilanciamento, secondo criteri di proporzionalità e ragionevolezza, tra la libertà di estrinsecazione della personalità religiosa individuale sul luogo di lavoro e necessità di garantire la neutralità confessionale dell’ente datore di lavoro. Da qui l’indagine sull’eventuale esigenza di strumenti legislativi “correttivi” ad un potere discrezionale del datore di lavoro che, senza l’intervento del legislatore, rischia di affievolire le guarentigie proprie della persona e della dignità umana.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Cesare Giacobazzi

2023-

Obiettivo della ricerca è descrivere forme di post-fattualità che si rifanno specificamente alla poetica del realismo. Di particolare importanza è la caratteristica della poetica realista di attribuire a descrizioni ed eventi un valore simbolico o metaforico, comunque allusivo, che esprime una semantica parallela al puro dato fattuale. La messa in scena di requisiti concreti del mondo reale, ogni elemento costitutivo della realtà rappresentata in un’opera realista, non ha solo un carattere mimetico ma è espressione di un valore e di un senso che trascende il dato empirico. Se il post-fattuale è per lo più considerato alla stregua di una narrazione menzognera da smascherare nella sua falsità,  l’intento della ricerca è quello di riconoscerne una forma più nascosta è più subdola di post-fattuale: una forma che si manifesta nel farsi intendere come prospettiva oggettiva solo al fine di nascondere una posizione e un interesse soggettivo. Il post-fattuale viene in questo senso inteso come una narrazione che pur presentandosi come una semplice rappresentazione oggettiva della realtà, trasmettere una posizione soggettiva attraverso gli stilemi tipici del realismo letterario. In tal modo l'appello a condividere posizioni ideali, etiche o ideologiche, viene articolato attraverso una finta oggettività al fine di renderle inattaccabili. Il confronto critico-interpretativo con la verità nascosta dell’interpretazione presuppone una revisione del rapporto tra i fatti e la loro interpretazione poiché nell’esposizione dei primi è già presente l’interpretazione. Partendo dalla premessa ermeneutica secondo cui i fatti e il loro commento sono circolarmente interconnessi, la ricerca esplorerà come non solo un’interpretazione sia immanente ai fatti narrati, ma anche come questi ultimi possano essere costruiti  al fine di esprimere opinioni. In tal senso viene messa in discussione una concezione del vero che si affidata ad una presunta corrispondenza tra il contenuto di un discorso e la realtà "fattuale". In modo diverso l’esperienza con la verità di un testo viene articolata come una consapevolezza delle proprietà retoriche e pragmatico-funzionali della rappresentazione linguistica dei fatti. In riferimento alla considerazione che la "finzione poetica" è il "luogo sistematico di ogni lavoro di decostruzione", si prenderà spunto dall'opera Die Hauptstadt (2017) di Robert Menasse come esempio paradigmatico della messa in scena realistica di verità post-fattuali. Si evidenzieranno i tratti della pratica narrativa del realismo che caratterizzano un post-fattuale "nascosto", identificando nel contempo la posizione soggettiva, ideologica ed etica del narratore o dei personaggi della narrazione. La decostruzione del post-fattuale operata attraverso la poetica del realismo ha la funzione di sviluppare una coscienza critica nei confronti dell'inganno praticato attraverso forme "oggettive" di rappresentazione.

Progetto dipartimentale finanziato con i fondi di ateneo

Responsabile: Elisabetta Menetti

2023-

Il progetto di ricerca riguarda lo studio del poema cavalleresco di Matteo Maria Boiardo (Orlando innamorato) in collaborazione con due università (Università di Ferrara e Università di Venezia) con il patrocinio del Centro Studi Boiardo di Scandiano (Reggio Emilia) nell’ambito della valorizzazione della tradizione letteraria del territorio estense e della ricerca sul genere cavalleresco tra tradizione e contemporaneità, soprattutto per quanto riguarda le riscritture, le trasposizioni e gli adattamenti dell’iconografia antica e delle rimodulazioni visuali contemporanee. La ricerca, iniziata nel 2017 ha realizzato sul piano filologico il ritrovamento di una stampa perduta dell’Orlando innamorato, sulla quale si sta attualmente realizzando una nuova edizione (qui la descrizione del ritrovamento, avvenuto a Modena: https://site.unibo.it/griseldaonline/it/dibattiti-e-questioni/fabrizio-govi-breve-fortunata-storia-ritrovamento) e due convegni (https://www.dslc.unimore.it/site/home/ricerca/progetti-conclusi.html). La ricerca ha realizzato anche un fumetto sull’Orlando innamorato con l’intenzione di promuovere l’opera di  Boiardo presso un largo pubblico (https://segnidautore.it/product/orlando-innamorato-il-giardino-di-dragontina-e-rocca-crudele/ ) ma che ha riscosso anche forte interesse scientifico internazionale (https://fisieronline.wordpress.com/). Questa ricerca prevede un seminario di preparazione, un convegno internazionale con la partecipazione di cinque studiosi/e italiani/e  (Università di Bologna, Venezia,  Ferrara) e tre studiosi di università estere (Un. Sorbonne Nouvelle, Paris e Columbia Un., NY). Il Centro Studi prevede il finanziamento della pubblicazione del convegno.